Una parola di cui spesso si sente parlare è Microcredito.
Una parola importante il cui scopo nella pratica è quello di, soprattutto in tempi di crisi economica come quelli che corrono nel nostro Paese, di rompere in qualche modo il vizioso circolo della povertà. Secondo le logiche moderne dei prestiti, chi non è in grado di offrire delle adeguate garanzie economiche non può accedere al credito e pertanto non può nemmeno avviare delle attività in proprio che siano in grado di liberarlo dalla stessa povertà.
Occorre dunque avere una mappa precisa di tutti gli enti ai quali è possibile rivolgersi per ottenere dei crediti, pur senza prestare le garanzie normalmente richieste dalle banche.
Micro.bo, a Bologna, è un’associazione onlus che grazie alla partnership con Banca di Bologna, consente a coloro che ad essa si rivolgono di avviare una nuova attività produttiva, facendo ottenere un microcredito di importo massimo pari a 10 mila euro, restituibili con cadenza settimanale per un periodo di un anno, ad un tasso del 6%. Ad Imola, abbiamo invece la Caritas Diocesana ed il Consorzio Servizi Sociali, capaci di finanziare i soggetti “non bancabili” fino ad un massimo di 7.000 euro ad un tasso del 3%, per mezzo della collaborazione con Banca Popolare Etica.
Il credito concesso è restituibile in 48 mesi ad un tasso pari all’Euribor più 3%.
- a Torino la Fondazione don Mario Operti Onlus,
- a Genova la Fondazione Santa Maria del Soccorso Onlus,
- a Roma la Fondazione Risorsa Donna,
- a Napoli la Fondazione S. Giuseppe Moscati onlus.
I finanziamenti sono finalizzati all’avvio di una nuova attività economica, ma cambiano gli importi massimi:
- parliamo di 20.000 euro per le persone fisiche
- 35 mila per le cooperative sociali o le società di persone,
per un periodo di ammortamento di 60 mesi con la possibilità di beneficiare di un pre-ammortamento pari circa a 6 mensilità. Il tasso di interesse è del 4%.